Il sexting , termine coniato dalla fusione delle parole inglesi sex e texting (in inglese in questo contesto il sostantivo text è equivalente alla parola sms), consiste nello scambio di foto o video a sfondo sessuale, spesso realizzato con il cellulare o via email, in cambio di una ricompensa.
In generale ragazze e ragazzi spediscono ai loro amici o compagni di classe immagini o video sconvenienti o comunque in atteggiamenti compromettenti. In cambio si aspettano che i destinatari facciano lo stesso.Spesso è solo un modo per divertirsi, magari un regalo, una manifestazione di fiducia o qualcosa che fa sentire più grande ma può portare a conseguenze molto gravi e difficili da gestire perché ogni cosa che viene messa online esce fuori dal proprio controllo e reso disponibile a chiunque praticamente senza limiti temporali.
La cosa ovviamente può sfuggire di mano come, ad esempio quando un ragazzo comincia a far circolare la foto piccante di una ragazza o per far divertire i suoi amici o per vendicarsi se lei lo ha mollato (revenge porn) oppure quando le immagini vengono utilizzate per azioni di ricatto o cyberbullismo.
Vanno poi valutati altri aspetti legali: in alcuni paesi, per esempio, minori che hanno inviato foto sessualmente esplicite ad altri minori sono stati schedati tra gli autori di reati sessuali ed i genitori coinvolti penalmente in quanto possessori del contratto telefonico da cui ha avuto origine lo scambio di file per non avere adottato nessuna misura per impedire ai figli di fare sexting.
Il fenomeno è in crescita: il 7% dei ragazzi italiani fra 11 e 17 anni ha ricevuto messaggi sessuali. Per gli esperti lo scambio di foto e clip intime dovrebbe diventare argomento di educazione sessuale e sentimentale.
Ok, ma cosa fare quindi? Purtroppo in questo caso la tecnologia può fare poco e l’unica vera soluzione è parlare.